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Gianpiero Rossi, ha finalmente terminato la potatura invernale dei propri vigneti, e già iniziano a vedersi i primi germogli!
Con la potatura invernale, detta anche potatura secca, è intervenuto sui tralci, che sono i rami con 1 anno di età e ha definito i presupposti per la nuova produzione.
Annualmente, durante il periodo di riposo vegetativo delle viti, esegue questa operazione che ha tra i principali obiettivi di verificare lo stato di salute delle singole viti e regolare il carico di gemme per ceppo, molto importante per una produzione di qualità.
La tecnica di potatura adottata nei vigneti è quella del cordone speronato, con una gestione manuale che richiede molto tempo perché il viticoltore deve fermarsi con attenzione presso ogni pianta per valutarne i comportamenti passati e i problemi peculiari presenti.
Il periodo in cui effettua quest’operazione, è un fattore che certamente condizionerà le piante, per questo preferisce effettuarla a cominciare dai primi di marzo in epoca tardiva, per evitare i ritorni di gelo, quindi poco prima dell’apertura delle gemme. Questa scelta, ritarda il germogliamento e dunque protegge la nuova vegetazione.
Per quanto riguarda il controllo dei residui di potatura del vigneto, si procede con la trinciatura nel filare unitamente alle erbe spontanee.
La trinciatura in loco è un tipo di gestione economica, che ha anche lo scopo di capitalizzare una parte della quota di restituzione della sostanza organica e di unità fertilizzanti da lasciare al vigneto (unitamente alla quota di azoto derivante dalla macerazione dello sfalcio delle erbe), evitando quindi di dover ricorrere a qualsiasi altro tipo di concimazione.